Paradontite

La paradontite è una malattia causata da infezioni o infiammazioni del parodonto, colpisce tre persone su cinque e, una volta che si è instaurata, è molto difficile che regredisca spontaneamente: solo l’intervento di un dentista specializzato porta al suo controllo e alla sua remissione.
L’obiettivo che si deve raggiungere è quello di ottenere lo stato di buona salute gengivale, la riparazione dell’osso alveolare e il ripristino nella forma e nella funzione della mucosa.
I batteri anaerobici gram-negativo sono la causa più comune che provoca paradontite cronica nei soggetti adulti.
Il trattamento ha inizio con la cura delle superfici radicolari con l’eliminazione di eventuali concrezioni e diparo3 cemento infetto, al fine di consentire un riattacco connettivale non infiammato.
Grazie al suo effetto decontaminante il laser a diodo/nd-yag ci permette un’ampia e rapida decontaminazione della tasca gengivale.
Con la prima fase del trattamento il dente subisce un effetto analgesico che permetterà all’operatore di agire liberamente sulle zone in questione senza recare dolore al paziente. La scelta della fibra più adatta per l’intervento viene fatta a seconda del tipo di tasca che dobbiamo curare. Più profonda ed estesa è la tasca, maggiore sarà il diametro della fibra.
E’ consigliabile durante queste  fasi di non utilizzare potenze superiori ad un watt al fine di evitare danni termici.
 
“La parodontite cronica nei soggetti adulti viene provocata quasi sempre da batteri anaerobici gram negativi, come l’Actinobacillus actinomycetem comitans, la Prevotella intermedia o il Porphyromonas gingivalis. Nelle tasche profonde questi batteri trovano il loro habitat ideale e scatenano reazioni infiammatorie dei tessuti molli e dell’osso: la perdita degli elementi dentari è la conseguenza ultima se non viene praticata una terapia adeguata. La fase principale è il trattamento della superficie radicolare con strumenti manuali, strumenti rotanti o a ultrasuoni, durante la quale vanno eliminate tutte le concrezioni e il cemento infetto per consentire un riattacco connettivale o un attacco epiteliale lungo non infiammato.
Il laser a diodi in questo caso facilita e migliora sensibilmente la guarigione dei tessuti. Come nel canale radicolare è possibile con il laser decontaminare ampliamente la tasca gengivale. Con la fibra laser la tasca viene aperta attraverso il solco.
La fibra viene selezionata in funzione delle dimensioni della tasca stessa: più profonda ed estesa è la tasca più grande sarà il diametro della fibra. A questo punto si può procedere al trattamento della superficie radicolare con l’aiuto di strumenti manuali. Grazie all’azione emostatica del laser è garantita una visione intraoperatoria ottimale.
Infine la tasca viene decontaminata e grazie alla divergenza del raggio laser è possibile una buona illuminazione anche delle zone difficilmente accessibili. … La decontaminazione può avvenire sia in tasca chiusa sia nell’ambito della chirurgia del lembo. Se si impiega il laser in questo contesto, per il trattamento del tessuto di granulazione all’interno della tasca, è possibile asciugare e trattare questo tessuto così da alterarlo a tal punto da riuscire a staccarlo senza problemi con la curette. Inoltre si possono eseguire tutte le altre terapie senza alcuna limitazione.

Consiglio della settimana

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